Per molti la vita letteraria di Giorgio Scerbanenco una meteora, lo scoprono per la prima volta nel 1966 con il giallo “Venere privata” che ha come protagonista la figura di Duca Lamberti, ex medico e detective di controvoglia, tenero e caparbio investigatore di una struggente Milano nera, a cui seguono Traditori di tutti, I ragazzi del massacro, I milanesi ammazzano al sabato, Milano calibro nove e I centodelitti, poi c’la morte precoce di Scerbanenco nel 1969. Nato a Kiev (Ucraina) nel 1911, vero nome Vladimir Scerbanenco, emigra poco dopo in Italia con la madre. Interrotti gli studi per motivi finanziari, egli s’adatta ai mestieri pi disparati (fresatore, magazziniere, fattorino) prima di cominciare a collaborare con dei periodici femminili, dapprima in qualit di correttore di bozze, poi come autore di racconti e romanzi rosa, campo nel quale ben presto diviene uno dei pi quotati specialisti. La bibliografia immensa, 82 romanzi, oltre 1.000 racconti, a punteggiare un percorso letterario che va dal 1933 al 1969, dai 22 ai 58 anni. Dal fortunato personaggio di Duca Lamberti (a cui si sono ispirati tantissimi autori dell filone del Giallo italiano che st avendo molto successo) sono stati tratti anche tre film portati sullo schermo da Fernando Di Leo, Duccio Tessari e Yves Boisset. Oreste del Buono ha scritto che “la fantasia nera di Scerbanenco torna sempre a Milano” e alla Brianza, con gli ambienti degli anni sesanta i ruffiani, i rapinatori, i malavitosi di quartiere, con le bische clandestine, il riciclaggio di refurtiva, lo smercio di oggetti preziosi. E’ poi c’ la Milano del Naviglio, con la leggera bruma vaporosa, lo scorrere dell’acqua metallica sotto un’infilata di ponti, le fabbrichette, la tabaccheria-vineria, i vecchi coi capelli calati sulla fronte e la Nazionale in bocca, le donne sulle porte, gli operai con le tute, i muratori, gli artigiani che attraversano la strada, e i giovani artisti che girano per Brera. La casa editrice Sellerio neditore Palermo st ripubblicando l’opera di Scerbanenco. Noi seguiamo proprio per il suo personaggio pi amato e vendutissimo, Duca Lamberti, partendo da Venere privata, per arrivare a I milanesi ammazzano al sabato per itraprendere un cammino artistico e di paesaggi della Brianza, da Monza a Como. Il percorso (dalla guida Touring Guida rapida d’Italia, Lombardia): Da Monza si prende la strada per Villasanta, Arcore, Lecco (statale 342d, dopo Usmate-Velate). Oltrepassato Cernusco Lombardone, si svolta a destra entrando in Merate, si passa dall’osservatorio astronomico e, per strade minori, si raggiunge il santuario della Madonna del Bosco, affacciato al solco vallivo dell’Adda. Si discende poi a Imbersago e si torna per altro percorso alla statale 342d, che si attraversa, e a Cernusco Lombardone. Imboccata la strada per Missaglia, presto la si abbandona per una deviazione Km 2) alla collina e al picolo abitato di Montevecchia (dove si produce ottimo vino) m 479. Si torna a riprendere la strada lasciata e ci si dirige verso ponente alla valle del Lambro: piacevolmente paesistico, con parchi e ville, il tratto Monticello, Besana, Carate Brianza (prima del ponte sul Lambro che porta a Carate, girando a destra, si pu salire alle case di Costa Lambro sulla scarpata del fiume, fitta di boschi). Da Carate si prosegue verso nord: Agliate, Giussano e Inverigo (dove parte il romanzo Venere Privata). All’incrocio con la statale 342, si prende a sinistra, raggiungendo Alzate Brianza. Da qui si segue la strada per Galliano e Cant; poi, evitando il percorso diretto per la vicina Como, si cerca la strada che, per Intimiano, percorre la riva orientale e settentrionale del piccolo lago di Montorfano, da dove si scende infine a Como. Le soste: Monza in gara con Bergamo per il posto di terza citt della Lombardia per popolazione, ha i suoi poli di interesse nel Duomo (col tesoro) e nella Villa Reale (col parco). Merate, sulle prime colline moreniche, luogo di celebri ville patrizie; importante osservatorio astronomico. Madonna del Bosco: santuario seicentesco in bell’ambiente naturale. Montevecchia, domina la Brianza; vedute panoramiche dalla seicentesca Via Crucis, disposta ad anello intorno al culmine del colle. Agliate (frazione di Carate Brianza), per visitare l’austera basilica dei Ss. Pietro e Paolo e il Battistero coevo, rari esempi dell’architettura lombarda altomedievale. Inverigo, considerato una sorta di quintessenza della Brianza. Il viale dei cipressi con la statua del Gigante un celebre episodio paesistico; la neoclassica Rotonda, la villa che l’architetto Luigi Cagnola costru per se stesso. Cant, notissimo centro dell’industria del mobile e della pallacanestro, un tempo celebre per la raffinata produzione di pizzi e merlettial tombolo; a Galliano, isolati, gli edifici preromanici della Basilica di S. Vincenzo e del Battistero.
In collaborazione con il Touring Club (dalla Guida Rapida d’Italia Lombardia)
La Brianza sulle orme di Giorgio Scerbanenco
Davide Fent