Intervista a Wulf Dorn -Ospite al Nebbiagialla venerdì 3 Febbraio

 

thRiproponiamo l’intervista realizzata con l’autore in occasione dell’uscita del libro.

Wulf Dorn torna come ospite al NebbiaGialla Suzzara Noir Festival venerdì tre febbraio alle ore 21.00.
al link tutte le informazioni, programma, ospiti e contatti.

http://nebbiagialla.eu/

unnamedTorna nelle librerie con ” Incubo”, Wulf Dorn, il re dello psychothriller.
Cosa ci puoi dire di questo nuovo libro?
A dire il vero quando ho iniziato a scrivere questo romanzo avevo in testa tutto un altro libro.
Poi però capita che la vita ti travolga, che ti metta davanti a dolori improvvisi, a cui non avevi o non avresti mai voluto pensare. Ecco, a me è capitato questo: mentre ero alle prese con il romanzo, sono venute a mancare alcune persone a me molto care.
Sono dolori intensi, difficili da superare. E questa situazione mi ha portato a stravolgere completamente il libro che stavo scrivendo.Noi scrittori di thriller parliamo spesso del morire e della morte, ma raramente di come affrontarla ed elaborarla Ho avuto la necessità di pensare a una storia che si concentrasse sulla paura della perdita, dell’abbandono.
Cosa succede quando perdiamo qualcuno che ci è caro? Come è possibile andare avanti?
Credo che questo sia il libro più “pauroso” che io abbia scritto, perché parla di qualcosa che ci coinvolge tutti, che tutti temiamo e che purtroppo prima o poi dovremo affrontare. I miei libri parlano sempre di paure che conosco.

Perché hai scelto come protagonista un ragazzino autistico?
Da giovani non si pensa mai alla morte, si vive proiettati solo verso il futuro, la morte è un concetto astratto, al quale si inizia a pensare solo con l’avanzare dell’età.
Ecco, io volevo vedere il tutto dal punto di vista di un ragazzino che si trova improvvisamente a dover affrontare questo dramma, che si trova a dover crescere improvvisamente. Perché la morte ti mette di fronte alla vita. Per di più per un ragazzino autistico che nella vita ha bisogno di ordine e ritualità, per il quale ogni piccolo cambiamento della quotidianità può essere già un dramma, un evento così drammatico può essere ancora più devastante. Simon si sente perso tra infanzia e età adulta, non sa dove andare e non si sente accettato, così come Caro, la sua unica amica.
Per documentarmi meglio sull’autismo sono andato in Svizzera in una clinica che si occupa di aiutare questi ragazzi e io stesso da qualche anno collaboro con un’associazione di sostegno agli autistici. E ho scoperto che tutti abbiamo qualche tratto di autismo. Compreso questo, mi è stato più facile entrare nel personaggio.

20160530_183409-1-1Nel libro sono presenti numerosi elementi che figurativamente richiamano la paura: fantasmi, boschi oscuri, corvi neri, porte chiuse da aprire,incubi e soprattutto ritorna spesso il lupo…
Sì, il lupo nelle favole e nelle credenze popolari è il cattivo, rappresenta sempre una minaccia.
Se vogliamo guardarlo dal punto di vista freudiano, è il lato oscuro dell’uomo, la sua parte animale. E questa era la mia intenzione: mostrare la parte più buia e nascosta dell’uomo. Perché tutti abbiamo una parte oscura che nascondiamo, mostrando solo quella migliore. Queste due parti devo restare sempre in costante equilibrio, altrimenti il lupo esce…
Simon, il protagonista del libro, nei suoi incubi dà forma e corpo alle sue paure, le rende reali, così da poterle quasi afferrare.
L’incubo ha una funzione catartica, purificatrice per l’anima. E’ uno dei sistemi che il nostro inconscio usa per ripulire l’anima, perché durate il sogno ti trovi davanti alle tue paure e le devi affrontare, per riacquistare sicurezza.

Quanto aiuta nei tuoi romanzi la tua esperienza di psicoterapeuta?
Beh, ovviamente sono cose che vanno di pari passo. Quando ho iniziato scrivevo classici racconti horror, con fantasmi etc, poi però ho capito che i veri fantasmi sono nella nostra mente, quindi mi sono dedicato allo psychothriller. Quando elaboro i personaggi, li studio dal punto di vista psicologico: che paura ha, quale atteggiamento, quali sono le sue caratteristiche.

In “Incubo” hai scritto i ringraziamenti finali a luglio 2015. Cosa hai fatto da allora?
Ahaha, sì, sto scrivendo un nuovo romanzo, ma sono superstizioso e non ne voglio parlare.
Dico solo che è una storia ancora più disturbante, che mi stava a cuore da tanto. Parla di bambini.  Quando ne ho parlato con il mio editore tedesco mi ha chiesto” sei proprio sicuro di volerlo fare?” “sì” , ho risposto.
Proprio sull’aereo, venendo a Milano, ho scritto il ventitreesimo capitolo, il mese prossimo dovrei finirlo e iniziare l’editing.
Dovrebbe uscire in Germania nella primavera del 2017 e poi qui in Italia.

La recensione di Milanonera
http://www.milanonera.com/incubo-3/

Cristina Aicardi

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