India (prima parte)

Daniele Charam (Spazio Samadhi) si rimette lo zaino in spalla e riparte. Dopo l’entusiasmante cronaca del suo viaggio in Argentina, ecco la cronaca del suo viaggio nell’affascinante India. Hai scritto anche tu un “diario di bordo”? Vuoi condividere con WhiteSide le tue meditazioni di viaggio? Non hai che da contattare la Redazione. E adesso, come al solito… tutti in carrozza, si parte!

La prima volta che ho pensato all’India, probabilmente, è stato per colpa di Sandokan. Lui, gli Oliver Onions, la perla di Labuan e tutto quel mondo così magico e così diverso dal mio, mi hanno subito affascinato, piazzandosi lì, tra le righe della mia coscienza per fare capolino ogni tanto. Poi sono venute le foto, i racconti degli amici, i film, i libri, addirittura un maestro in persona che non si ancora bene come, mi ha raggiunto volando sopra l’oceano. Ma tutto questo era ieri, perché oggi, l’India è entrata a far parte della mia esperienza di vita. Per poco tempo, per un solo mese, ma è stato come un tornado gentile che ha accarezzato in profondità la mia anima. Un mese è un tempo effimero, ma utile per provare a comprendere questo continente immenso, così pieno di contrasti.

Sono partito con l’annuncio “vedrai i morti per strada” e per fortuna non li ho visti. Il che, ovvio, non vuol dire che non ci siano. Certo, ho visto miseria, privazioni, traffico, disorganizzazione e situazioni in apparenza impossibili da cambiare. Ma ho anche visto sorrisi (tanti) e bambini (tantissimi) e colori e bellezze celate in posti impensabili. La sensazione più forte mi ha colpito ad Haridvar, città santa sulle rive del Gange (che lì chiamano Ganga): prima di arrivare, lungo la strada, ho visto centinaia di pellegrini che si muovevano da ogni dove. Chilometri e chilometri a piedi per arrivare a bagnarsi nel fiume. Poi, una volta arrivati ad Haridvar, i pellegrini si sono sistemati alla buona (magari dormendo anche all’aperto… anche se la situazione nel resto dell’anno non credo sia molto diversa) passando ore a pregare e a visitare i templi sul fiume. Ho sentito una grande emozione osservando quei visi, quelle facce, quelle storie. E io, turista occidentale, venivo guardato come un alieno da sguardi attoniti ma anche da valanghe di sorrisi.

La seconda parte del viaggio in India verrà pubblicata la prossima settimana.

daniele charam

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