Terza avventura della serie – nata dalla fantasia del magistrato e romanziere Giancarlo De Cataldo – che vede protagonista il pubblico ministero Manrico Spinori, detto “il Contino” per i suoi nobili natali, insieme alla sua agguerrita squadra di detective composta da Brunella, segretaria alle prese con un amore sfortunato, Gavina Orru, esperta di web, e Deborah Cianchetti, aspirante commissaria, “un metro e ottanta di tatuaggi e sovranismo, meraviglioso fiore di borgata”.
A oltre un decennio dalla chiusura dell’indagine per l’assassinio di un transessuale noto nel giro della prostituzione romana col nome di Veronica, un pentito in vena di confidenze, tutte da riscontrare, afferma che il delitto è stato a suo tempo erroneamente attribuito al colonnello Ridorè, assiduo frequentatore e innamorato della povera vittima.
Fu Manrico a chiudere le indagini a seguito della morte di Ridorè, suicidatosi poco dopo l’apertura dell’inchiesta, incapace di sopportare la gogna mediatica che ne sarebbe seguita.
Con il suo team Spinori avvia nuove e più approfondite verifiche che lo portano a scoprire un complesso mondo fatto di connivenze politico – mafiose che lo indurranno a riconsiderare la bontà del suo operato e a dare finalmente giustizia sia a Veronica che al colonnello.
Ma per fare ciò sarà necessario “cambiare punto di vista”, cioè avere l’umiltà di mettersi in discussione e accettare di esaminare i fatti da una diversa prospettiva.
La squadra lo sosterrà unitamente a un nuovo innesto rappresentato dalla giovane pm Valentina Poli che smuoverà le acque del suo cuore incerto – ancora diviso tra Maria Giulia e l’anatomopatologa Stella Dubois, già apparse nei precedenti capitoli della serie.
Tutto il romanzo è percorso dalle divagazioni musicali di Spinori, amante e grande conoscitore dell’opera lirica – che fanno da contrappunto all’indagine:
“Per scrivere la sua Lulu, Alban Berg si era ispirato al dittico di Frank Wedekind, Lo spirito della terra e Il vaso di Pandora. Lo spirito della terra è Lulu, l’eterno femminino incarnato nel serpente che, nel prologo dell’opera, il domatore mostra al pubblico. Ma è un femminino perverso, mortale, demoniaco: “creata per diffondere sventura, per sedurre, adescare, avvelenare, per assassinare senza farsi accorgere”… Ecco. Veronica era stata la loro Lulu”
Un personaggio autentico e complesso, flaneur e dolente, tanto insofferente ai legami sentimentali quanto capace di mettersi in discussione di fronte a un caso di coscienza: Manrico Spinori è un magistrato e un uomo per bene, molto ben caratterizzato dalla penna del suo autore, così come il carosello di comprimari che lo circondano, dalla madre ludopatica al maggiordomo nume tutelare della famiglia Spinori, dal procuratore capo massone al confidente transgender fino al team investigativo tutto al femminile.
Il libro in una citazione
“Non aveva mai più dimenticato che davanti a lui non c’erano solo sospetti, indagati, testimoni reticenti, potenziali delinquenti, in qualche caso veri assassini. C’erano innanzitutto esseri umani”.