Il sindaco assassinato alla Scala: il killer contrario al ticket?

Assassinato il Sindaco alla prima della Scala. Il colpevole? Il ticket antitraffico. Accade in un romanzo, Niente baci alla francese, in libreria dal 16 novembre per Mursia. L’autore, il trentaduenne mantovano Paolo Roversi, immagina che il decreto voluto da Letizia Moratti scateni le ire non solo degli automobilisti ma anche quelle di un misterioso killer deciso a combattere con tutti i mezzi la nuova tassa d’ingresso in città. Ma il sindaco ritratto nel libro è proprio Letizia Moratti? Gli indizi che portano alla sindachessa sono molti ma altrettanti fondati sono i sospetti che portano il lettore a un’ipotesi ancora più inquietante: che in realtà negli ultimi anni al vertice dell’amministrazione milanese non sia cambiato niente e che a muovere i fili di Palazzo Marino sia sempre e ancora Gabriele Albertini.

Niente baci alla franceseIl sindaco ucciso tra le pagine, infatti, è un ibrido proprio tra i due politici. Un primo cittadino dal pugno certamente non chiuso e decisamente di ferro che “tira dritto a colpi di maggioranza, come uno schiacciasassi: fa sgomberi forzati delle case occupate e dei centri sociali”. Perché in questa Milano da fantapolitica il pericolo rosso è ovunque in agguato e rischia – parola di sindaco – di “minare le fondamenta delle istituzioni e delle tradizioni cittadine”. Roversi immagina addirittura che la fiera degli Obei Obei si sia trasferita al Leoncavallo per un Sant’Ambroues alternativo. L’incrocio tra la Moratti e Albertini sembra l’unica soluzione del giallo. Per alcuni, anche fuori dalla finzione narrativa, sarebbe la realizzazione di un sogno. Per altri il peggiore degli incubi. Per il lettore, invece, è uno spasso che non manca di sollevare le “polveri sottili” delle polemiche. Roversi, che un altro thriller, La mano sinistra del Diavolo, ha vinto l’ultimo Camaiore di letteratura gialla, ci catapulta infatti in una Milano che combatte l’inquinamento senza preoccuparsi della propria coscienza civica ormai annerita dallo smog. Una Milano immorale che alle fiamme dell’inferno sembra aver sostituito un impianto di riscaldamento centralizzato.
(da La Repubblica del 7 novembre 2007)

Gian Paolo Serino per La Repubblica

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