Una famiglia ricca e perbene, troppo perbene per non essere in realtà una famiglia malata. La storia è tutta lì, ben nascosta tra le pieghe dei rapporti familiari, astutamente gestiti dal grande burattinaio, il cattivo di casa, che però non si svelerà fino alla fine.
Giovanni Cocco si produce in abili depistaggi, sfiorando talvolta il virtuosismo, per aggrovigliare la vicenda e renderla molto più intricata di quanto in realtà non sia. Gli elementi sono tanti, i personaggi sospetti pure e c’è persino la Fonte Miracolosa, corredata di Santona, che ricorda storie già sentite molte volte nel nostro Belpaese, ma in fondo non si tratta d’altro che del classico “cherchez la femme”.
Intanto, sullo sfondo del Lago Segrino, i carabinieri indagano, tra mille difficoltà su strani omicidi e intrighi di mafia, guidati dal Maresciallo Mantegazza, capo della stazione dei carabinieri di Asso, uno ostinato che conosce la gente e il mondo e di certo non si ferma alla prima impressione. Quando l’intreccio si complica noi soffriamo con lui perché viviamo le sue stesse ansie e frustrazioni, ma sappiamo che la sua tenacia lo porterà a scoprire la verità o meglio le verità che si celano dietro eventi così tragici. Pian piano la storia avvince, nonostante lo stile piuttosto tradizionale e i congiuntivi sparsi generosamente.
Un giallo che si legge con piacere, anche se forse lascia aperto qualche interrogativo, ma l’amore, si sa, è inspiegabile.