Quando ho saputo dell’uscita, al festival di Cannes, di un film sulla vita di Giulio Andreotti, ho pensato che potesse essere un film, come dire, un po’ paraculo. Impossibile, infatti, parlare di un uomo così potente (e discusso) e soprattutto ancora vivo senza incorrere nel rischio di (auto)censure.
Invece mi sono dovuto, almeno parzialmente, ricredere. Per la maggior parte del tempo, infatti, il film corre su un binario prettamente “storico”, raccontando fatti noti a tutti e ben documentati e presentando le varie personalità coinvolte (buona l’idea di “didascalizzare” i personaggi alla loro prima apparizione), al punto che praticamente solo l’ottima interpretazione di Tony Servillo (che ritorna così a lavorare con il regista Sorrentino che giù lo aveva diretto in “L’uomo in più” e in “Le conseguenze dell’amore”) lo distingue da un documentario di History Channel. Nella seconda parte del film, invece, si assiste a un tentativo di umanizzazione della figura Andreottiana. I sentimenti che sembravano inesistenti, soffocati da un maniacale senso del dovere, riemergono nel senso di colpa che a volte lo assale per aver lasciato morire il collega di partito Aldo Moro e in quella sorta di “confessione” solitaria nella quale afferma che tutto ciò che ha fatto, anche le cose più brutte, sono state per il bene dello Stato.
A un amante della storia come me un film del genere non può non piacere, anche se siamo lontani da altri prodotti simili quali “Piazza delle cinque lune” e “Segreti di Stato”. Se in questi ultimi l’intento del regista era piuttosto chiaro, ovvero fornire una spiegazione di tipo complottistico e “dietrologico” ad alcuni avvenimenti della storia italiana, qui non si capisce bene se si è voluto privilegiare l’aspetto puramente storico della figura del “Divo Giulio”, oppure foraggiare i forti sospetti che hanno sempre gravato sul suo operato, oppure addirittura giustificarlo nel nome di una “ragione di Stato” che, secondo me, di Machiavelliano ha ben poco, ma che ben più ha a che fare con interessi economici e di potere personali.