Gianni Biondillo, architetto con studio in via Torino, scrittore, poeta, bravo presentatore al premio Azzeccagarbugli e blogger di Nazione Indiana, non vive più a Quarto Oggiaro ma si è trasferito vicino alla stazione Centrale, sempre a Milano.
Fin da ragazzo suonava la chitarra e cantava in maniera semiprofessionistica esibendosi con un gruppo nei locali di Milano. Questa è stata la sua vita fino a quasi 28 anni.
In seguito ha svolto esclusivamente la professione di architetto fino a giugno del 2002, quando un amico gli aveva chiesto di scrivere un racconto giallo. Si era messo al computer ed è nato Per cosa si uccide pubblicato nel 2004. Uno all’anno, sono seguiti Con la morte nel cuore, Per sempre giovane e Il giovane sbirro. In maggio uscirà Metropoli per principianti, una sorta di saggio di architettura dedicato a ogni tipo di lettore. A settembre 2008 è prevista l’uscita del prossimo romanzo che non è un giallo ma avrà collegamenti con alcuni personaggi dei libri già usciti e racconterà come un divorzio possa cambiare la vita di una persona. Nei suoi libri Gianni Biondillo spesso inserisce citazioni letterarie o versi delle canzoni di Lucio Battisti, preferibilmente quelle scritte da Pasquale Pannella, confuse con il testo narrativo.
Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere
Non avrei voluto scrivere nessun libro in particolare, i libri che leggo e che amo non sono quelli che avrei voluto scrivere. Sono felice di aver scritto tutti i miei libri.
Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Sono uno scrittore di libri, la questione del genere non mi interessa, né in un’accezione negativa né positiva
Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare…
Sul comodino un pino marittimo, la canzone è la prima che manda in onda la radio, il film è quello che programma la TV.
Si può vivere di sola scrittura oggi?
Il 95% di chi scrive in Italia non vive di scrittura. Se uno vuole fare soldi nella vita è meglio che faccia l’idraulico. Ultimamente sono sempre meno architetto e sempre più scrittore, credo che sia un caso fortunato non dovuto al merito.
Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perché?
Io non insegnerei perché è una cosa seria, non mi piacciono le esplosioni di scuole tenute da chi magari ha solo pubblicato un libro. Fondamentalmente non sono contrario perché anche la musica e la pittura si insegnano. Non si può imparare a diventare uno scrittore, le scuole possono aiutarti a tirar fuori quello che hai dentro. Basilari per me sono state le letture di grandi poeti italiani. Amo molto Montale, Caproni, Bartolucci.
Tu hai visto la trasposizione cinematografica di un tuo libro: che effetto ti ha fatto? E’ vero che nel passaggio fra la carta e la pellicola si perde qualcosa o no?
Dai miei libri non è stato ancora tratto un film ma in generale non credo che si perda nulla né che si guadagni nel passaggio da un media all’altro. Il modo migliore di tradurre un libro in film è di tradirlo.