Diego Collaveri ha una scrittura graffiante, dalle sue mani nasce il personaggio di Giacomo Donati che vive e lavora a Livorno. Ma il suo è un lavoro molto particolare. Eh sì perché Giacomo di mestiere fotografa coppie clandestine e le ricatta. È un uomo schivo e non molto votato a occuparsi della morale, nella vita. Finché non bussa alla sua porta Jamila che gli chiede aiuto, una prostituta che lui conosce da quando erano bambini e che vuole pagargli una somma importante per scagionare il fratello Chaid dall’accusa di omicidio del fratello. Dapprima Giacomo rifiuta il caso, ma quando scopre che Jamila è morta, comincia a interessarsi e a indagare.
Le sue indagini ufficiose si affiancano a quelle della polizia. Con Anna, agente di polizia, divide la pista investigativa e il letto. Giacomo però scoprirà cose che forse non avrebbe voluto scoprire, si imbatterà in un enorme affare di droga in una Livorno piegata da un’alluvione che ha distrutto la città e sbatterà contro una realtà imprevista e dolorosa.
Il giallo descrive una città devastata da una piaga atmosferica che fa da cornice nera ad una storia triste quanto sordida. Giacomo Donati mette le mani nel fango della storia mentre il fango della città percorre le strade. Le morti si susseguono e lui dovrà avvicinarsi alla verità con cautela. Perché la verità è atroce e devastante.
Proprio come la città dovrà risollevarsi dai colpi ai fianchi, così Giacomo dovrà rimettere insieme i pezzi di un affondo inaspettato. Finché il fango non si porterà via tutto.
