Edward Bunker

[Mentre in libreria il vecchio Ed è ritornato, postumo, con Stark, MilanoNera ha deciso di rendere omaggio allo scrittore ripubblicando questo speciale apparso sul sito Mangialibri di David Frati. Biografia e bibliografia completa. Enjoy]

Sì. La conoscete, quella faccia. L’avete vista nel film di Quentin Tarantino “Le Iene“. Ma forse solo ora scoprite che l’ineffabile Mr. Blue non era interpretato da un attore nel vero senso della parola. La faccia apparteneva a Edward Bunker, uno scrittore e un uomo che detiene un singolare e poco invidiabile record: ha passato quasi tutta la sua vita dietro le sbarre di infinite prigioni. Nato a Hollywood, fin da ragazzino Eddie conosce il disagio sociale e le difficoltà di inserimento nella società: dopo ripetute fughe, in seguito al divorzio dei genitori, viene affidato al servizio sociale. Poco dopo entra in ospedale psichiatrico e poi in riformatorio. A diciannove anni è il più giovane detenuto del carcere di San Quintino. Spacciatore, ladro d’auto, truffatore e soprattutto rapinatore, in carcere inizia a scrivere racconti e romanzi: il primo romanzo verrà però pubblicato solo nel 1973, Come una bestia feroce. Definito da James Ellroy ‘il più grande autore di noir mai esistito’, della sua vita da criminale/scrittore Bunker ha detto: “Ho trascorso metà della mia vita a raccogliere materiale e l’altra metà a descriverlo, a parlare di esperienze che molti scrittori non sarebbero mai stati in grado di provare in prima persona. Ho parlato con i condannati nel braccio della morte prima dell’ esecuzione, ho partecipato a rapine e sparatorie con la polizia. So esattamente cosa pensa una persona coinvolta in quel genere di cose, e come ci si comporta in quel genere di situazioni. Si fa qualsiasi cosa pur di non tornare dentro.” Ha più volte dichiarato di essere stato influenzato dalle opere di Dostoevskij, Hemingway e Cervantes. Nei suoi libri violenza e carcere sono lo sfondo sul quale si muovono personaggi a tinte forti, pescati dalle esperienze di vita dell’autore. Eddie Bunker ha lavorato molto anche per il cinema: ha scritto diverse sceneggiature noir (Robert De Niro lo richiese espressamente come consulente tecnico per aiutarlo a preparare il suo ruolo in Heat – La sfida). Ha sposato il suo avvocato e avuto una discreta fortuna come attore caratterista, ottenendo ruoli in film come Vigilato speciale, Tango & Cash e Le Iene. Quentin Tarantino si è più volte dichiarato accanito fan dei suoi romanzi. I suoi libri hanno dato vita a loro volta ad alcune pellicole: Steve Buscemi ha diretto Animal Factory (nel quale Bunker appare in un cameo), tratto dal suo libro omonimo romanzo, mentre da Come una bestia feroce è stato tratto il film Vigilato speciale, con Dustin Hoffman e lo stesso Eddie Bunker. Lo scrittore, diabetico, è morto nell’estate 2005, a 71 anni, durante un intervento chirurgico alle gambe.

Come una bestia feroce
(Einaudi 2004)
Max Dembo esce di prigione dopo otto anni monotoni, lunghi e duri. Ha imparato la lezione, sa che se ci ricasca per lui la prossima volta ci sarà l’ergastolo e vuole cambiare vita, anche se non sarà facile. Fuori lo aspettano i suoi amici: ladri, rapinatori, spacciatori. Ma sono i suoi amici. Il ritorno a casa quindi è più difficile di quanto Max immaginasse: il garante per la libertà vigilata gli sta alle costole, e rimanere lontano dai guai è dura…

Animal factory
(Einaudi 2004)
Ron Decker, un ragazzo di buona famiglia, finisce a San Quintino per traffico di droga. Per sua fortuna, nella prigione dove le lotte razziali e di clan sono la norma, incontra subito il piú tosto, il più duro, Earl Copen. Earl è rispettato sia dai detenuti che dai secondini: è entrato in carcere per la prima volta quando aveva 19 anni e, tranne brevi periodi sufficienti a compiere altri crimini e farsi beccare di nuovo, è sopravvissuto nell’inferno di San Quintino per quasi vent’anni. Come Virgilio, Earl guida e protegge Ron tra le anime dannate…

Little boy blue
(Einaudi 2003)
Alex Hammond è un ragazzo in gamba, intelligente e indipendente, ma soggetto a violenti accessi di rabbia. Ribelle fin dal divorzio dei genitori, Alex evade in continuazione da case di accoglienza e collegi, mosso dal desiderio di andare a vivere a tutti i costi col padre, un uomo a pezzi incapace di offrire al figlio le sicurezze delle quali lui invece ha disperatamente bisogno. Senza famiglia e senza parenti, Alex è ormai alla mercé di un sistema che pretende accettazione dei regolamenti e sottomissione assoluta all’autorità. La sua rabbia lo condurrà in un ospedale psichiatrico, dove viene “istruito” da un gruppo di delinquenti incalliti.

Cane mangia cane
(Einaudi 2005)
La storia di tre uomini e del destino che li lega, fin dagli anni del riformatorio. Tre figure indimenticabili: Charles «Diesel» Carson, Gerald «Mad Dog» McCain e Troy Cameron, il leader, criminale consapevole, lucido e spietato come un animale da preda. Dopo gli anni passati a San Quintino, Troy Cameron è un uomo consapevole che ormai per lui c’è posto solo tra i criminali. Ma ora il mondo della malavita è cambiato. Il buon senso dei criminali vecchia maniera è minacciato dalla delinquenza delle gang nere dei ghetti di Los Angeles, inselvatichite dalla droga e dall’emarginazione, vittime dell’abbandono e della mancata infanzia.

Educazione di una canaglia
(Einaudi 2002)
Lo sconvolgente documento autobiografico di un uomo che ha trascorso gran parte della sua vita passando da un Penitenziario ad un Istituto di massima sicurezza, da una cella d’isolamento ad un programma di rieducazione. E nei brevissimi periodi nei quali non è stato chiuso in qualche prigione, ha frequentato i bassifondi di Los Angeles e le ville delle star di Hollywood, in una incredibile alternanza di fortuna e sfortuna che possiamo rivivere attraverso il suo sguardo rabbioso e disincantato. Dall’indifferenza dei suoi genitori all’ottusità degli educatori, dalle sirene dei guadagni facili al rosso fascino della violenza. E maltrattamenti, torture, strategie di annichilimento dell’individuo indegne di un paese che vuol dirsi civile. Ma a rendere questo magnifico libro un manifesto romantico di rara potenza non sono le denunce dei guasti del sistema carcerario statunitense, né l’analisi sociale, né la visione dal di dentro della vita nei bassifondi di Los Angeles: è il fuoco dell’anima di quest’uomo prigioniero della sua natura prima ancora che del Governo Federale, un’anima che si rivela in un autodafè sconvolgente nella sua lucida purezza. Con uno stile piano e diretto che non indulge nell’hard-boiled ma ricorda invece in più di un’occasione John Steinbeck, Bunker ci prende per la gola e ci accompagna all’inferno. Non senza averci prima sorriso.

Stark
Edward Bunker

Traduzione Cristiana Mennella
(Einaudi 2006)
California, 1962. Ernie Stark è un delinquentello qualsiasi, un truffatore di serie B sempre in cerca del pollo da spennare. Per colpa di un inopinato arresto mentre è in libertà condizionata, si trova costretto a diventare un confidente del tenente Patrick Crowley, che vuole usarlo per sgominare un grosso traffico di droga. Solo che Stark non riesce a risalire alla fonte del suo pusher, il grasso hawaiiano Momo, che tiene la bocca rigorosamente cucita. In più c’è da stare in campana, perché Momo è molto amico di Dummy, un maniaco omicida sordomuto del quale Stark ha una paura fottuta. Forse la chiave per capire da chi si rifornisce Momo e fare contento Crowley risiede in Dorie, una giovane e bellissima tossica che sta con Momo in cambio della droga. Ma vatti a fidare di una tossica…
Eccolo, postumo, il romanzo d’esordio di Edward Bunker, scritto nei primi anni ’60 ma rimasto tutta la vita in un cassetto. Chissà perché, viene da domandarsi leggendolo: malgrado il sapore un po’ acerbo infatti sono presenti tutti gli ingredienti che rendono i libri di Bunker un’esperienza unica. La vicenda di Eddie Stark e dei suoi ‘colleghi’, un branco di junkies di provincia che assaporano soltanto l’eco del ruggito dei ’60 (le tensioni razziali, il jazz, la droga, la Nuova Frontiera kennedyana, i beatnik) e sembrano piuttosto relitti del decennio precedente e dei suoi maledettismi, è come al solito narrata con una sgangherata simpatia per gli sconfitti che stempera la crudezza apparente del plot. Paradigmatico. [df]

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