Di Marino e Cappi sulle tracce del giovane autore
Castellarquato si prepara ad accogliere gli scrittori di Missingiallo, mentre sono arrivati in redazione i racconti dei giovani che aspirano a lavorare con loro nello svolgimento della trama di quest’anno: un uomo della CIA deve riuscire a salvarsi da un complotto di narcotrafficanti.
Dal 22 al 24 di giugno, infatti, si terrà nella piazza medievale della cittadina la seconda edizione della kermesse dedicata agli appassionati della letteratura gialla, nera e di spionaggio, organizzata dal giornalista Marco Del Freo grazie all’aiuto del Comune di Castell’Arquato e di Libertà. Per tre giorni molti dei migliori scrittori del genere si daranno da fare nelle postazioni organizzate sul secolare selciato per raccontare una storia mozzafiato ambientata tra le colline emiliane.
Hanno già dato la loro adesione quasi tutti i protagonisti dell’anno scorso, quando la storia pubblicata a puntate su Libertà e regalata per Natale dalla rivista Noir era stata collocata tra le quinte di Miss Italia, che si svolgeva negli stessi giorni a Salsomaggiore. Oltre a Barbara Garlaschelli, Andrea Villani, Maurizio Matrone, Marco Del Freo, Roberto Valentini, Giancarlo Pagani, Andrea G. Pinketts, Girolamo Laquaniti, hanno dato quest’anno la loro adesione, tra gli altri, Sergio Altieri, Andrea Carlo Cappi, Stefano Di Marino, Valerio Varesi, Paolo Roversi, Matteo Bortolotti.
Tutti loro, come promesso l’anno passato, faranno da padrini al giovane piacentino che sarà stato scelto dai membri dell’Associazione Scrittori del Ducato tra tutti coloro che, come spiegato pi? sotto, hanno inviato i loro racconti alla redazione di Libertà.
Un po’ per finta e tanto sul serio, Stefano Di Marino e Andrea Carlo Cappi accettano di mettersi in gioco per raccontarsi e raccontare la prossima edizione di Missingiallo. Due dei pi? fecondi autori italiani di noir e di spionaggio si confrontano in una sorta di duello cui, a dire la verit?, sono abituati. Capita spesso, infatti, di vederli in azione come dei veri entertainer durante le presentazioni dei libri loro e di altri. A Castellarquato, quindi, ci sar?, oltre che da leggere, da divertirsi!
SDM: Scrivere storie di genere. In Italia. Oggi e sempre. Mmm? non ? Missione Difficile, ? Missione Impossibile. Per decenni i narratori italiani hanno subito il pregiudizio del nome che doveva essere per forza “straniero” (da qui l’imposizione dello pseudonimo che in certi casi ? rimasto), poi le varie diatribe sul fatto che non abbiamo tradizione letteraria in questo senso… Embe’? Potremmo cominciarla noi? Ma c’? un certo Emilio Salgari che ha scritto pi? di novanta romanzi d’avventura letti da generazioni …o, peggio, l’opinione che l’Italia non ? posto per vicende nere o avventurose? E alla fine ? arrivata la nemesi. L’idea di un noir mediterraneo dai toni soporiferi, con commissari stressati, malinconici, alle prese con casi scialbi. Gente che la pistola la tiene per far peso sulla fondina??
?? scoppiata la moda del noir, gi? tutti a scrivere e a pubblicare libretti senza trama, che sembrano – sono – tutti uguali. Noi invece siamo la Legione Straniera della fiction nostrana. Dura. Grintosa nelle storie, nello stile. E s?, anche nell’animo degli autori. Una letteratura di guerriglia?.
K: ?In realt? c’è stato l’ennesimo tradimento. Per me, che sono molto legato alla Spagna, il giallo mediterraneo è quello duro e pessimista di Mario Lacruz e Manuel V?zquez Montalban, di Juan Madrid o Andreu Martin, ma anche quello di Pedro Casals, che denuncia con apparente nonchalance i retroscena della politica mondiale. Per altri ? Jean Claude Izzo o Petros Markaris. In sostanza niente a che vedere con poliziotti depressi che cercano invano di strizzare l’occhio a Harry Bosch mentre pizzicano le natiche ormai vizze della signora Maigret?.
?Il segreto non ? copiare modelli, ma riviverli. E il cinema italiano, fino agli anni Settanta, lo sapeva. Poi ? stato soffocato dal buonismo che alimenta anche la fiction televisiva. Tanti saluti all’eroico e destabilizzante cinismo degli spaghetti western di un tempo?.
SDM: ?Per anni abbiamo saccheggiato l’immaginario collettivo che si forma sui libri e al cinema (come diceva poco tempo fa Carlo Lizzani in un documentario sul poliziottesco italiano, spregiato ai tempi dalla critica ma adesso miracolosamente resuscitato da Tarantino?) creando, storie, universi che riecheggiavano altri mondi della fantasia ma che avevano comunque qualcosa di nostrano?.
?Io mi sono accorto, per esempio, che dopo ventiquattro episodi del mio personaggio di maggior successo Il Professionista (pubblicato in Mondadori e ristampato in TEA) potevo scrivere avventure nella mia citt? che risultavano altrettanto esotiche e avvincenti. Cos? ? nato Gangland ma anche Ora Zero e il suo seguito Sole di fuoco in libreria a settembre. Dall’Oriente che ? stata la mia passione- e ancora lo ?- all’Europa e all’Italia. E sapete cos’ho scoperto? Al mio pubblico questa svolta piace, le trame non perdono nulla e la dimensione internazionale non viene mai a mancare?.
K: ?Io ho seguito il percorso inverso. Sono partito dalla rilettura dell’hardboiled italiano in chiave umoristica con le storie del Cacciatore di Libri, poi ho cominciato a scrivere quelle dell’altrettanto milanese Carlo Medina, che si muove su uno scenario talvolta internazionale, per approdare (intervallate dai romanzi dedicati agli eroi dei fumetti Martin Myst?re e Diabolik) alle storie di Mercy “Nightshade” Contreras, donna europea che agisce in tutto il mondo… a volte anche in Italia, con sorpresa ed entusiasmo da parte dei lettori?.
?Medina – che in questi giorni, curiosamente, mi trovo a interpretare anche a teatro in una riduzione di Morte accidentale di una lady – e Nightshade non sono commissari, marescialli e nemmeno detective privati: sono assassini di professione che servono a raccontare storie scomode, contro la “verit?” dei mass media. A costo di essere pubblicate su collane amate dai lettori e disprezzate dalla critica, come “Segretissimo”, o approdare a case indipendenti come Alacr?n Edizioni?.
SDM: ?Perch? il nero e la spy-story sono strettamente legati e nascono dall’osservazione della realt? che ci circonda. Una realt? dove malavita e terrorismo spesso vanno a braccetto e valicano pi? volte le frontiere. Ma, ovviamente, gli elementi di base della buona narrativa d’intrattenimento non devono mancare mai. L’azione, il ritmo, l’intrigo e una certa dose di spavalderia, di vigore jamesbondesco che, con le belle figliole e il gusto di vivere? una vita pericolosa, sono gli elementi che hanno affascinato milioni di lettori ma, chiss? perch?, certa critica paludata si rifiuta di accettare. A meno che non venga dalla “nuova scoperta editoriale” supportata da un budget che giustifichi la promozione?.
?Ma noi siamo qua, a sparare gli ultimi colpi diritti sul lettore. E se questo Mister Giallo che viene dal mistero entra nel nostro territorio?be’, possono nascere cose interessanti. Molto interessanti