May, Lauren e Kelsey. Tre donne, tre storie, un’amicizia duratura, che è rimasta integra nonostante lo scorrere del tempo e gli alti e bassi della vita.
Per May, abituata ad essere sempre perfettamente performante, apprezzata e impeccabile, è davvero traumatico trovarsi al centro di una vicenda giudiziaria che ha preso l’avvia da uno scherzo banale durante quella che avrebbe dovuto essere una vacanza di puro benessere negli “Hampton”, nella parte ovest di Long Island, dove ritrovarsi dopo ben dieci anni con le amiche più care.
Certo, per sua fortuna, le sue fedeli amiche sono al suo fianco ma… sarà proprio tutto come sembra? May potrà veramente fidarsi di loro? O tutto ciò che crede, che ha creduto finora non era che un cumulo di bugie? E soprattutto: riuscirà May a dimostrare la verità e a ritrovare sé stessa prima ancora dell’amicizia (forse) perduta?
Con “Bugie perfette” il lettore si immerge in un’atmosfera che, fin dal principio, è tesa, opprimente, carica di pressioni interne ed esterne, come – del resto – lo è l’autocontrollo della protagonista all’inizio del romanzo e come l’ombra del sospetto che, subito dopo, a poco a poco inizia a divorarne tutte le sue precedenti certezze.
Alafair Burke, giurista newyorkese e figlia d’arte, anch’ella molto “May Hanover” nella sua biografia di traguardi raggiunti presto e bene, ci racconta la parabola della fiducia e l’altalena di illusione e disillusione che accompagna tutti gli affetti, anche quelli più cari, specie quando si tratta di trovarsi ad affrontare insieme le circostanze avverse della vita.
Lo fa attraverso un nuovo thriller che, per certi aspetti, assomiglia a un romanzo di formazione, sapientemente narrato con il ritmo sostenuto che ci si può aspettare da un’autrice statunitense che ha già dato valide prove del proprio stile narrativo, asciutto ed efficace.
“Bugie perfette” sancisce il ritorno di Alfair Burke alla narrativa per voce sola, dopo la serie “Sotto sospetto” che, per anni, l’ha vista scrivere con la “partner in crime” Mary Higgins Clark.
Un ritorno con rinnovata energia che – si spera – possa portare ulteriori nuovi gustosi frutti.
Stuzzicante.