Assassinio in Cornovaglia – Elizabeth George



Elizabeth George
Assassinio in Cornovaglia – Elizabeth George
Longanesi
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Cosa dire di un romanzo corposo, circa seicento pagine, quale Assassinio in Cornovaglia (Longanesi, ottobre 2025) dell’americana Elizabeth George? Che crea mondi infiniti, definendo nei particolari la vita e gli affetti di personaggi protagonisti e comprimari, alla stessa identica stregua. Tramite una storia ambientata in Inghilterra, particolare curioso visto le origini dell’autrice, classe 1949. Mentre la pregevole traduzione è di Annamaria Biavasco e Valentina Guani.

Si tratta di un giallo dedicato alla serie dell’ispettore Thomas Lynley di Scotland Yard e di origine aristocratica, in collaborazione con la sua collega sergente Barbara Havers, buona forchetta e molto meno osservante delle convenzioni.

Quando questa storia ha inizio, il lettore deve attendere un buon centinaio di pagine, prima di entrare nel clou e trovare quei personaggi chiave che Elizabeth George ha proposto almeno una ventina di volte. Addirittura impiegati in una trasposizione televisiva, sul piccolo schermo.

Prima e dopo di loro, si alternano sulla scena altri soggetti col compito di portare indizi utili alla soluzione del caso, che com’è pensabile spetterà proprio a Lynley. Scomponendo le parti del libro, ci sarebbero almeno tre o quattro storie forti con cui imbastire altrettanti romanzi. Elizabeth George, però, le mette tutte insieme al fine di ottenere un effetto sbalorditivo, in stile “fuochi d’artificio”.

Vietato rilassarsi, in questa vicenda ambientata in Cornovaglia! Una terra suggestiva che trasuda storia, anche senza volerlo. Con le scogliere a picco, terreni sconfinati e ville antiche, vissute attraverso i secoli e al limite del crepuscolare.

La zona in questione è ricca di litio, un materiale indispensabile per ricaricare le odierne batterie. Elemento a cui si dimostra molto interessata la EcoMining, un’azienda che ha escogitato un metodo ecologico di estrazione. Fermo restando che anche dello stesso incaricato, che si reca porta a porta a proporre i suoi contratti, veniamo a sapere vita morte e miracoli, nonché parentele varie e pregressi amorosi – d’altra parte questo metodo viene utilizzato dall’autrice al fine di caratterizzare al meglio ogni personaggio – sarà proprio costui a fare una macabra scoperta. Il cadavere di Michael Lobb, cinquantaseienne proprietario della Lobb’s Tin E Pewter, verrà ritrovato dal malcapitato nella sua bottega di artigiano, dissanguato e col corpo trafitto da una strana arma che al momento non si trova. Del caso viene incaricata Beatrice Hannaford, ispettore capo del MIT (Major Incident Team), anche lei con una storia personale da raccontare. Non è allungare il brodo, eh? Il metodo funziona.

Ma quando sarà coinvolto Lynley? Presto detto! Quando dovrà recarsi in Cornovaglia, per occuparsi dell’antica tenuta di famiglia, alla quale va rifatto il tetto. Una proprietà immensa, che è rimasta ferma ai tempi dell’antica nobiltà, la cui ristrutturazione potrà essere pagata solo dimostrando che il litio è presente anche lì. E dato che la collega Barbara sta passando un brutto periodo, a causa della morte della madre, l’ispettore la porta con sé. Un pesce fuor d’acqua, povera donna. Ma tant’è!

Le indagini, senza Lynley, procedono a rilento. Il morto teneva un diario, che l’autrice alterna come voce narrante ai vari capitoli. Quindi il lettore più accorto può già farsi un’idea. Tra i sospettati, c’è la giovane moglie Kayla, due o tre fratelli di gente imparentata in un modo o nell’altro, ma soprattutto padre e figlio che lavoravano per il morto. Però quando le prove portano a far scattare le manette in un’unica direzione, Lynley e Barbara entrano nel vivo dell’investigazione. L’indiziato numero uno è altresì parente stretto di una certa persona, di cui il nostro ispettore è innamorato.

La storia si dipana senza fretta, assumendo a tratti le godibili caratteristiche del giallo storico, precisamente quando Tommy e Barbara si trovano all’interno della tenuta nobiliare dei Lynley. 

I tasselli sono già seminati, in sostanza, però serviva qualcuno che tirasse le somme.

Un finale da non sottovalutare, che riserva comunque altri insospettabili colpi di scena. 

Cristina Biolcati

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