Kostas Caritos torna a raccontare la Grecia, ma forse anche un mondo con confini più ampi, attraverso un’indagine racchiusa in uno spazio temporale compreso tra la costruzione del Partenone e l’avvento dell’intelligenza artificiale. In “Il futuro è una truffa”, pubblicato da La Nave di Teseo, Il capo della polizia dell’Attica creato dalla penna di Petros Markaris come tradizione si muove nell’attualità per provare a risolvere casi complicati lanciando qualche spunto di riflessione che vada ben oltre la storia gialla vera e propria.
Questa volta la squadra di Kostas, in cui la giovane Antigone mantiene un ruolo di primaria importanza, deve risolvere un enigma del tutto inedito: il Ministero della Cultura annuncia l’installazione di tre copie fedeli delle statue del Partenone (le originali sono al British Museum) realizzate ricorrendo all’intelligenza artificiale sfruttata da tre giovani ricercatori. Copie non distinguibili da quelle vere. Una scelta che di fatto è una sfida al museo inglese ma anche uno schiaffo morale alla storia greca che si trova così a dover esporre nel proprio cuore delle opere false, seppur fedeli agli originali. Uno svilimento inaccettabile per un paese che ha fatto dell’arte e delle materie umanistiche le fondamenta su cui costruirsi. Non la pensa così però la classe politica, attirata da una vetrina inaspettata e dalla possibilità di mettere ulteriore benzina nella fiorente industria turistica. Contestualmente muore un custode all’interno di un parco archeologico: poco dopo un altro omicidio obbliga l’indagine a prendere una strada diversa fino a quando l’intreccio tra ladri e commercianti di opere d’arte (interessati a mantenere in vita un mercato che sarebbe stato colpito duramente dall’avvento delle riproduzioni perfette) e ostruzionismo della politica viene dipanato dalla squadra di Kostas.
Una storia quanto mai attuale che invita a riflettere su quali possano essere le conseguenze dell’uso dell’intelligenza artificiale anche in ambiti apparentemente lontani dalle facilitazioni quotidiane: in questo viaggio Markaris accompagna il lettore sempre più all’interno della vita di Kostas e nelle tradizioni greche (soprattutto culinarie), caratterizzata dalla moglie Adriana, dalla figlia Caterina e dal nipote Lambros per arrivare all’amico Zisis, tutti componenti di quell’ecosistema che permette ogni sera al protagonista di staccare completamente la spina dall’indagine prendendosi del tempo per sè. In fondo, anche questo può essere considerato come uno spunto di riflessione.