Il sottotitolo di questo divertente romanzo è Le indagini del bar William, infatti il bar del William, Viliam per gli amici, è il luogo di ritrovo dei due sgangherati autoproclamatisi investigatori del Borgo degli Ortolani: Pino e Marietto. Il Borgo degli Ortolani era il quartiere di Milano alle spalle dell’Arco della Pace, un tempo occupato da prati e orti e oggi abitato da una popolazione multietnica, ma i due protagonisti, milanesi doc, si sentono ancora parte di una Milano dei tempi andati anche perché la storia è ambientata nel 1988, alle soglie della Milano da bere.
La storia è semplice: l’idraulico Pino riceve un pacchetto misterioso da un mittente anonimo che fa però sorgere sospetti nell’amico Marietto, gommista, e che dà inizio a un’indagine casalinga, tuttavia la vera forza dirompente di Tira mòlla e messèda sono i personaggi e i dialoghi brillanti inframmezzati da espressioni in milanese perfettamente comprensibili anche da chi non mastica il dialetto di Milano, io, per esempio, ho capito tutto.
I due protagonisti sono più che simpatici, riescono a catturare, oltre all’attenzione, anche l’affetto del lettore con la loro schiettezza e semplicità che ne fa personaggi autentici e a tutto tondo. Sembra di vedere realmente l’idraulico che si prodiga per un buon cliente oppure il gommista che si crede un meccanico di Formula Uno. Intorno a loro c’è un insieme di personaggi altrettanto ben delineati: Edmonda De Amicis, detta Eddy, robusta ragazzona che fa la buttafuori in un locale notturno e che non si risparmia per aiutare i due pseudo-investigatori, il barista Villiam, innamorato di Ursula Andress e tirchio con gli stuzzichini per gli aperitivi, ma capace di fare un caffè superlativo con la sua vecchia Cimbali e capace anche di dispensare utili consigli e suo padre Socrate, perennemente impegnato a fare la spesa e a cucinare per il bar, ma anche dispensatore di alcune dritte risolutive.
Ci sono altri personaggi, come ad esempio la signora Imelda e il piccolo Filippo, ma non dirò di più per non anticipare troppo al lettore. Perché questo romanzo è davvero un giallo con tanto di sorprendente colpo di scena finale che sono sicura i lettori non si aspetteranno affatto.
Paola Varalli, architetto nata sul lago Maggiore e residente a Milano, è riuscita a creare un libro piacevole e molto divertente senza cadere nello stereotipo del milanese bauscia, anzi regalandoci personaggi davvero umani.
Consiglio Tira mòlla e messéda non solo ai milanesi e a chi bazzica la città lombarda, ma soprattutto a chi vive in altre parti d’Italia, è un romanzo che non solo offre alcune ore di lettura intrigante e serena senza aver a che fare con serial killer e oscuri misfatti, ma fornisce anche uno spaccato ‘dal basso’ della vita milanese con portinaie e artigiani.