Io, Agrò e il generale”, il nuovo libro di Cacopardo un bel mix tra giallo, favola stravagante e commedia, la nuova e, udite udite riporto fedelmente, undicesima indagine dell’ormai ex sostituto procuratore Italo Agrò, storia nel segno paradossale e dell’ironia quasi fuori del tempo e dello spazio che par voler navigare a vista tra il giallo e la commedia pirandelliana. E proprio a certi spunti di pirandelliana memoria che paiono volersi accostare addirittura al dramma dell’essere e del parere, a quel certo realismo allucinato che si muta in allegoria, per arrivare a immaginare il mistero della trama.
E dunque qualcosa di nuovo rispetto ai precedenti? Non certo lo stile e il modo di raccontare di Cacopardo, sempre minuziosamente scrupoloso nel ricostruire fatti e sensazioni, tanto da inserire i lettori nelle astuzie delle procedure, attribuendo a ciascuno dei personaggi il proprio ruolo con acuta verisimiglianza e umana precisione.
Il romanzo, un mix tra giallo e thriller, è centrato sulla misteriosa e incomprensibile scomparsa, di Dominque Lotale, bella ventottenne amante di un docente universitario molto più anziano di lei, appena deceduto dopo una lunga e fatale malattia e figlia di un generale dei paracadutisti a riposo, Pancrazio Lotale. Questi, protagonista di una complessa vicenda personale, con un’ex moglie separata per inseguire l’amore ma rimasta sola e invelenita e una giovane e goduriosa amante che lo appaga a letto, diventerà subito centro, voce narrante e filo conduttore della narrazione che porterà a svelare la verità di una catena di eventi legata a un doppio mondo, fatto di legge e crimine. Il tutto avverrà nella tormentata Sicilia, nel messinese, luogo privilegiato da Cacopardo per le sue trame.
Militare fino al midollo, Lotale è il più classico prototipo del suo rango, simpatizza con idee di destra, e da anni si è abilmente circondato da un proprio impianto di potere. Una società di sicurezza privata che, oltre a garantirgli la devota e incondizionata ubbidienza di vecchi commilitoni e il compiacimento del potersi servire del linguaggio militare, gli regala anche una non trascurabile componente economica.
Ma nello specifico, torniamo alla trama. Dunque parlavamo di Dominique Lotale che subito dopo la morte del compagno di ben ventinove anni più vecchio di lei, è scomparsa dando adito a spiacevoli sospetti. Sospetti che addirittura hanno spinto gli inquirenti a bloccare le esequie e far eseguire un’autopsia. E siccome lei per giorni sarà, irreperibile sia per telefono che di persona, il padre, il generale Lotale, costretto a far buon viso a cattivo gioco, si unirà, per lo meno nelle ricerche, con la ex consorte e volerà a Roma dove rivolgersi per appoggio e consiglio all’ex procuratore della repubblica Italo Agrò divenuto, con la moglie avvocato Marta Aletei, titolare di un importante studio legale capitolino. Ciò nondimeno nel frattempo, visto che il proverbio dice: i guai non vengono mai soli, in Sicilia sta per scoppiare uno scontro tra la Società di sicurezza privata di Lotale e una banca con la quale stavano pensando di collaborare. Banca che pare sia strettamente collusa con ambienti criminali. La faccenda da torbida può farsi molto pericolosa.
A Roma però il mistero della scomparsa di Dominique s’infittisce, anzi pone angosciosi interrogativi perché a Piazza della Pigna, viene scoperto un cadavere orribilmente mutilato e senza testa. Irriconoscibile insomma. E l’appartamento di Piazza della Vigna, nel quale la povera vittima è stata ritrovata, è intestato a Dominique Lotale ed è stato un dono del suo defunto ex amante.
Caos, confusione, strampalate ipotesi, insomma la polizia che naviga nel buio si mette in caccia…. Epperò ora basta fare spoiler vi diremo solo che a conti fatti sarà l’avvocato Agrò a dover coordinare una serie di problematiche, contestazioni, sciogliere dubbi su fatti e tormentosi intrighi e cominciare a dipanare una matassa resa molto complessa e pericolosa per i forti interessi economici e criminali in gioco.
Ma nel suo libro Cacopardo apre e sciorina un ventaglio di inesauribili esempi di corruzione quasi “naturale” in quella che può essere la normale anormalità dell’assoluta mancanza di valori di un certo mondo, in cui tutti sono a loro modo corrotti. Le donne, anche l’ex moglie, l’amante in carica del generale e la giudice che conduce le indagini praticamente tutte “buttane”. Gli uomini, con in testa il generale, spesso ostaggi del sesso: le regole dell’amicizia: uhm si fa per dire, i sentimenti? Peggio che foglie al vento… E la vita di ciascuno esaltata solo dalle performances erotiche o pseudo sportive, come per Lotale?
Unica eccezione in questo marasma l’avvocato ed ex giudice Italo Agrò, che mantiene, come sempre nei romanzi di Cacopardo, la sua intoccabile coerenza etica.
Dalle avventure di Lotale, integrate con efficacia dall’autore, c’è il freddo realismo, che si sposa perfettamente con il personaggio e quanto lo circonda. A ben vedere non si tratta solo di mafia che qui ha gioco facile se il generale pensa di combatterla a suo modo; ma ciò che appare inquietante, magari premonitore ( e speriamo di no) è la presenza di apparati militari clandestini, di generali in pensione in attesa di un’ora x, di uomini dei servizi che si muovono nell’ombra, sanno tutto, puniscono gli sgarbi fatti ai superiori e sognano sfide ai capi della mafia. Sfide destinate solo a fallire per la prevedibile fuga contro un nemico tanto superiore? E dunque l’inevitabilità per questo paese, di dover coabitare con la mafia, ma anche la conferma che comunque mafia e corruzione non possano che continuare a convivere dentro una democrazia inserita in una società di principi eticamente accettabili. Accettabile anche per Agrò che non per niente negli anni ha sempre conservato idee di sinistra.
E per fortuna gli Italo Agrò ci sono ancora, concluse sempre il nostro autore. E ci saranno perché per fortuna un nipote dell’Agrò, che in questo libro, ha fatto appena capolino, anche lui è un magistrato bravo, retto e, come suo zio, si chiama Italo Agrò..
Io, Agrò e il generale -Domenico Cacopardo
Patrizia Debicke