Si puň scrivere molto su Paolo Bianchi, giornalista, consulente editoriale, traduttore e abilissimo scrittore.
Ma trascurando le sue prime doti, partirň dal fondo parlandovi dallo scrittore e dicendo che mi piace il suo modo di scrivere affilato e puntuale che coinvolge il lettore con il suo narrare in sordina, poeticamente triste.
Per sempre vostro, un libro, un romanzo di denuncia intransigente, che sembra prestarsi alla lettura tutto d’un fiato, ma inganna, obbligando a pause di riflessione, a ripensamenti. A due diversi piani di lettura.
La storia č amara, intrigante e drammaticamente ambigua. Una lucida analisi e una condanna severa dei media, con in testa televisione e giornali, degli eccessi, delle continue sopraffazioni e compromessi del vivere quotidiano.
Emilio Rivolta, giornalista inquieto giunto alla svolta di una carriera non brillante, si trova a un doppio bivio. Bivio di vita, con due donne si contendono i suoi pensieri: Aurora la moglie dolce, limpida e affettuosa che saprŕ imporsi fuggendo e Iride, la conduttrice televisiva avviata al successo, la multiforme combattente, l’impavida, la vincente? O forse la piů debole e smarrita?
Riaffiorano i ricordi del passato. Riprendono la scena con prepotenza, i Perfetti e i Cattaneo simbolicamente efficaci a rappresentare la commedia umana. E bivio professionale, con il miraggio della grande intervista al produttore indagato, una personale resurrezione, il successo. Emilio Rivolta annaspa, implora aiuto, sembra annegare, ma infine, barcamenandosi tra luci del palcoscenico, nani, ballerine, macabri spettacoli rituali, rifiuta lo scoop, il gioco al massacro indotto dal vincerŕ il piů forte, il piů furbo e sceglie la vittoria dell’oblio, l’accettazione, l’eremo, la serenitŕ della rinuncia e del ritiro.