Qui città di M.

(Riprendiamo e pubblichiamo volentieri una segnalazione apparsa su Satisftiction)

Piero Colaprico presenta lo spettacolo teatrale
Qui città di M.
Regia di Serena Sinigaglia.
Teatro Verdi, via Pastrengo 16 – Milano
10 al 29 ottobre 2006
(Per info 02. 68.80.038).

"Sai cosa è davvero la città di M.? E’ una mamma … sì, una mamma dura, amara, che solo qualche volta ti sorride e quando lo fa, tu dici: però, mia mamma, quant’è bella. Ma poi si gira, ha come un oscuro pensiero e torna cupa e fredda e fai fatica a pensare che mai un solo giorno ti ha voluto bene, è tutta presa dalle sue cose, dal suo lavoro, non ha tempo da sprecare nemmeno per i figli … che cos’è un sorriso, mamma? Una mamma che non sorride ai figli è una bastarda! Una pacca sulle spalle come un’elemosina. Mai un abbraccio, mai una coccola, come possiamo crescere così, come abbandonati, come orfani, come persone che stanno sotto un cielo di coltelli…" (Piero Colaprico)

Milano è la nostra città. Milano è una città brutta che in pochi (ardimentosi) si arrischiano a cantare e tanto meno a raccontare. Milano è un mistero. Ma soprattutto come si fa ad amare Milano? Ma allora perché ci viviamo? Questo spettacolo vuole essere un omaggio a Milano, un omaggio a questa città che la regista e l’attrice amano senza sapere perché, questa città dove sono nate e cresciute, dove si sono incontrate e hanno cominciato a lavorare assieme nei teatri di Milano. L’attrice è Arianna Scommegna, la regista Serena Sinigaglia. L’autore è Piero Colaprico che ha scritto per questa occasione un testo ex novo. Sarà una specie di giallo-noir ambientato tra le nebbie milanesi negli anni _80/’90 in piena tangentopoli. (Serena Sinigaglia).

Ci sono due cadaveri, un uomo giovane e una donna di mezz’età, decapitata. Sono stati scoperti all’alba di un lunedì qualsiasi da un capocantiere. La polizia, com’è ovvio, indaga. Comincia così l’atto unico "Qui città di m.". L’idea è semplice: parlando di un fatto di sangue, parlo di noi, degli abitanti delle nostre città di m., faccio vedere chi aveva un sogno e chi ce l’ha ancora, chi viene strappato via e chi resiste, o perché almeno ci prova.Ci ho messo quasi un anno per limare, condensare, spostare, realizzare le frasi e i colpi di scena che compongono le 25 pagine (per circa un’ora e mezza) di questo testo, grazie alle idee e alla grinta della regista e al lavoro straordinario dell’attrice, che, attraverso una serie di veloci passaggi d’identità, da sola sul palcoscenico interpreta sette ruoli diversi. Sulla scena del crimine compaiono l’ispettore Francesco Bagni, della squadra Omicidi, una sua collega e un tecnico della Scientifica. Bagni è l’unico "noto", è il protagonista del romanzo "Trilogia della città di m.". Gli altri personaggi non hanno nome, ma sono i testimoni che servono a farci capire che cosa è successo in quel cantiere e, spero, cosa succede intorno a noi.                    
(Piero Colaprico)

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