Con un piede e tre quarti nella tomba figuratevi se mi lascio intimorire dalle eventuali critiche che possono venir fuori da questa mia iniziativa. Ho esaudito un sogno che mi portavo dietro da tanto tempo e ora me lo coccolo in prima persona. Senza lasciarlo agli altri. Voglio dire che presento ai lettori lantologia GialloScacchi-Racconti di sangue e di mistero Edizioni Ediscere 2008, curata da me medesimo e dallamico Mario Leoncini, maestro di scacchi e vicepresidente della Federazione scacchistica italiana. Insomma me la canto e me la suono, o me la suono e me la canto che fa lo stesso. Con quella leggerezza ironica e (spero) quella obiettivit con le quali ho sempre cercato di comunicare i miei pensieri.
E a proposito di pensieri il primo va alleditore Valerio Luciani che si accollato un bellimpegno, il secondo al quartetto Bertazzoni-Marchesi-Marracci-Smocovich senza il quale col cavolo che sarebbe nata questa antologia, e il terzo lo dedico agli autori (una trentina) che hanno partecipato con grande entusiasmo a questa elettrizzante avventura (mica sempre facile inserire gli scacchi in un contesto narrativo), dai pi noti e ormai accreditati a quelli in pieno rodaggio. Qualche nome e cognome? Butto l a caso pescando in qua e l e gli altri non se labbiano a male: Enrico Luceri, Alessandra Arcari, Dario De Judicibus, Enrico Solito, Gordiano Lupi, Angelo Marenzana, Elena Vesnaver, Simone Togneri, Sabina Marchesi, Mauro Smocovich, Massimo Pietroselli e chi pi ne ha pi ne metta (Tutta la lista in https://www.edizioniediscere.com/indice_giallo_scacchi.pdf.) Grazie, ragazzi! (anche se non siete pi ragazzi).
E veniamo al sodo. Cio allantologia. Una soddisfazione da non credere (ripeto). Per la quantit e la qualit dei racconti pervenuti. E per la variet. Ecco, se un piccolo dubbio albergava nella nostra mente era che si potesse avere una rigida omogeneit di argomenti. Per essere pi chiari, che si sfruttassero gli scacchi solo da pochi punti di vista. Mai dubbio fu spazzato via dalla realt. I lettori potranno facilmente rendersene conto da soli. Qui veramente il nobile giuoco ha dato la stura ad una ispirazione estremamente variegata e interessante.
Si parte dagli scacchi come mezzo per scoprire il colpevole lungo il sentiero di una tradizione consolidata del giallo classico, fino ad arrivare a quei racconti dove non si sa quando finisce la fantasia e incomincia la realt. Un miscuglio fra reale e irreale. Il possibile e limpossibile. Il sogno che non un sogno. Nel mezzo la storia con il famoso automa detto il Turco ambientata nei primi anni del Regno dItalia e addirittura i redivivi Hitler e Che Guevara. Poi ancora gli scacchi come principio di innamoramento e fine dello stesso, come ragione di vita con lAltro che non c, come pretesto per raccontare un incontro, un momento di guerra, uno spaccato della societ (labbandono dei vecchi), come mezzo di distruzione del nemico, di chi si frappone tra interessi illeciti, come sfida alla polizia o semplicemente per incastrare un innocente, come sogno pazzesco di un archeologo (non tanto pazzesco se poi veramente successo). E infine alcuni racconti che si pongono in maniera defilata rispetto alla tematica del titolo ma che abbiamo voluto inserire lo stesso sperando di far cosa gradita a chi ci vuole seguire.
Il tutto introdotto da un excursus su Gli scacchi nelle letteratura poliziesca del sottoscritto e completato da una postfazione succulenta di Sabina Marchesi e Massimo Pietroselli. Nel mezzo breve presentazione degli autori e dei racconti curati da Mario Leoncini.
Ho detto che me la canto e me la suono e viceversa ma non do certo anche il voto. C pure un limite alla faccia tosta. Quello lo lascio ai lettori. E, dunque, buona lettura e speriamo di essere promossi