Incipit: Alle porte del Buio
Racconto di Enrico Grossi – Suzzara
Quell’essere sempre sospesi fra il prendersi e il lasciarsi l’aveva stancata. Adesso basta, si disse dopo l’ennesima lite. D’ora in poi non gli risponderò più. Non mi farò più trovare. Non cederò più alle sue suppliche.
Si raggomitolò sul sedile dell’auto, pronta a spalancare la portiera e a balzare giù appena lui avesse accostato davanti al portone di casa ed era così arrabbiata che per non vederlo aveva girato il viso verso il finestrino fingendo di guardare fuori, anche se non si vedeva nulla, a parte il fascio bianco dei fari, perché erano in aperta campagna.
“Allora il nostro rapporto è alla fine”.
Elio la guardò mentre lei, girata di spalle, puntava lo sguardo sull’esterno della macchina che correva sul nastro d’asfalto.
Lia pensava alla vita di solitudine nei momenti in cui il lavoro di lui li allontanava. A tutte quelle sere e giornate passate davanti alla TV e al computer, a navigare per ore in rete. Aveva visto di tutto, dai canali tematici di scienza a quelli di storia. Aveva immagazzinato un sacco di nozioni. In particolare quelle che riguardavano guerre e violenze di ogni genere in ogni epoca storica.
“Penso proprio di sì,“ rispose Lia. “Io per te sono solo un porto di mare, qualcuno da usare e poi gettare. Adesso con questo ennesimo caso te ne starai via per un bel po’. Io invece… come al solito sarò sola e neppure ti ricordi che esisto … neanche un sms… ”
“Come al solito ingigantisci le cose”, ribatté Elio. “Io ti piacevo qualche anno fa, quando ancora giocavo a football americano e avevo la possibilità di andare oltre oceano …. Poi ti sei ritrovata ritrovata al fianco di un poliziotto mediocre che per vivere è costretto a correre da un caso all’altro.”
“Il tempo cambia la gente e le situazioni,” rispose Lia” “E’ accaduto anche a noi.”
Intanto erano arrivati a destinazione ed Elio parcheggiò davanti al portone. Lì, nel loro appartamento, avevano trascorso tanti momenti belli.
Lei aprì la portiera con un gesto veloce.
“Eccoci arrivati. Io ho solo il tempo di correre all’aeroporto. Tprnerò tra qualche settimana…. allora non mi aspetti?”
“E’ la solita commedia….” rispose Lia con un sorriso tra l’ironico e il sarcastico. “Ma questa volta non ci sarà il solito finale di partita. Ecco, questo, te lo restituisco” disse posandogli in grembo una palla da football delle dimensioni di un pugno chiuso. Era un piccolo gadget che lui le aveva regalato anni prima.
“Non sai cosa ti perdi”. Elio chiuse la portiera con la sicura e rimise in moto. Aveva la mania di serrarsi nell’abitacolo come per proteggersi dal mondo esterno.
L’auto si inoltrò nella foschia, verso il buio rotto dai lampioni. Lia rimase sulla soglia a osservare la vettura che spariva nella nebbia lombarda. Un sorriso enigmatico dipinto sul volto. Poi si riscosse. Infilò la mano nella borsetta e rovistò per cercare qualcosa che non riusciva a trovare. Le capitò in mano il libro tascabile che stava leggendo in quel periodo. Parlava dei campi di stermino nazisti. Lo posò sul davanzale della finestra adiacente al portone e riprese a frugare. Finalmente le dita si chiusero su una scatoletta di plastica con tasti numerici. Ne pigiò una serie come per comporre un numero di cellulare. Nessuna esitazione: la combinazione la sapeva a memoria. Ho perso troppo tempo della mia vita con te, ragazzo, pensò un istante prima di sfiorare il tastino rosso. Adesso sei finito in end-zone. Questo è il tuo ultimo touch-down.
Un pensiero le balenò nella sua mente prima di oltrepassare il portone di casa. Che grande supermercato è Internet!, si disse. Si trova davvero di tutto in rete.
Poi entrò lasciandosi la notte alla spalle.
L’indomani, sui giornali, c’era la notizia di uno strano incidente.
Un’auto era finita fuori strada. Al posto di guida, riverso sul volante, era stato rinvenuto il cadavere di un poliziotto un tempo giocatore di football. L’auto era stata isolata dai pompieri perché dall’abitacolo fuorusciva l’odore di un gas tossico diventato tristemente famoso negli anni bui della storia.
Lo Zyclon B, mescolato a un potente anestetico.