Già fra gli incunaboli del genere nel 1913 troviamo Un piccolo Sherlock Holmes di Emma Perodi, la grande fiabista toscana. Il figlio di Sherlock Holmes di Guido Sgardoli, tra i più apprezzati autori di libri per ragazzi oggi, riprende temi e personaggi di ASSASSINATION (2010), dove il quindicenne David Pip (bel nome dickensiano) scappava da un orribile orfanotrofio con l’amico Callum alla ricerca del grande detective, che ritiene essere suo padre, e in un divertente gioco metaletterario postmodernista incontrava varie figure archetipiche della letteratura, il fantasma di Canturbury, Dracula, Poirot e altri. Adesso Pip finalmente può realizzare il sogno di esercitare la nobile arte dell’investigatore proprio nell’appartamento del (presunto e scomparso) padre al 221/B di Baker Street. Il primo caso è quanto mai intricato, un vero enigma, un rompicapo, un gioco di scatole cinesi in cui ogni indizio rinvia ad un altro. Unico elemento fermo e ricorrente è il segno dell’uroboro, il serpente che si morde la coda, simbolo e infine soluzione del mistero grazie alle capacità logiche deduttive e alle conoscenze ed esperienze scientifiche del giovane. Chi ha rubato un prezioso gioiello, il carbonchio azzurro, e come ha fatto da una stanza chiusa?
Sgardoli rinnova il divertissement richiamando in scena i tre uomini in barca molto etilici, Dorian Gray con specchio, Mr Hyde evaso da manicomio criminale, la Creatura (buona e generosa) di Frankenstein, il fantasma di Poe utilissimo a decifrare crittogrammi, la deliziosa Irene Adler, il borioso e sciocco ispettore Lestrade. Con scene di grande umorismo, come in occasione di un (finto) funerale, una commedia degli equivoci a cui partecipano (quasi) tutti i suddetti. Davanti ai quali, infine, David ricapitola con piglio sicuro – alla Sherlock Holmes – l’indagine, svela il mistero, smaschera l’insospettabile responsabile: perché, eliminato l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, è la verità. Con doppia sorpresa.