Mio padre era una brava persona. Non ha mai fatto niente di male. Era una persona normale..
Toscana 1993, in una calda estate italiana un ragazzo quindicenne, alle prese con le scelte adolescenziali determinanti per il suo futuro, diventa inconsapevolmente il protagonista di una indagine che porterà a risvolti più grandi di lui. Lontano da Cremona e da Milano Sandrone Dazieri ci riporta agli anni 90, in una Italia in cui l’arresto del Vampa doveva aver messo fine alle morti violente che avevano interessato soprattutto la Toscana tra il 1968 e il 1985.
Otto duplici omicidi riguardarono coppie di amanti sorprese nell’intimità in luoghi isolati, uccise a colpi di pistola, con il corpo della donna successivamente mutilato. Gli inquirenti avanzarono varie ipotesi tra cui quella del rito satanico, o di omicidi su commissione di natura esoterica. Al termine dell’inchiesta della Procura di Firenze ci fu la condanna di Pietro Pacciani e dei suoi «compagni di merende».
Dazieri racconta quell’epoca, quell’Italia ancora legata alle cabine telefoniche e ai motorini Piaggio, e lo fa attraverso gli occhi di un ragazzo:Antonio, il figlio del Mago. Umile, testardo e coraggioso, Antonio vive con la mamma e di rado vede il padre, artista circense, mago, cartomante e venditore di futuro, che gira la penisola esibendosi nelle piazze dei paesi. La morte improvvisa del padre spinge Antonio a iniziare un’indagine personale.
All’inizio del romanzo del ragazzo sappiamo poco e lui del padre sa ancora meno. Dazieri pagina dopo pagina racconta la crescita di Antonio, una crescita improvvisa e a tratti dolorosa, legata alla scoperta dell’identità del padre, della vita misteriosa che aveva condotto fino alla sua morte. Antonio esce dal suo guscio e scopre il mondo che lo circonda, esce dalle mura della città e della sua adolescenza, scopre l’amore e la morte, tocca con mano la falsità e la cattiveria degli adulti e l’inutilità di una certa giustizia. Se sei povero, per te, la giustizia resta una cosa difficile da ottenere.
Attraverso la morte del Mago Antonio vede un paese diverso, pieno di misteri, fatto di gente che sa e che non ha visto, in cui la paura di parlare è ancora forte e le istituzioni sono poco affidabili. L’amore per il padre è tutto in una frase… Mio padre era una brava persona. Non ha mai fatto niente di male. Era una persona normale.. ma è anche nella scoperta di una verità fin troppo scomoda e pericolosa.
Il romanzo scorre veloce come le ruote del motorino di Antonio che attraversano le campagne toscane, Dazieri usa tutta la sua maestria, utilizzando dialoghi brevi, dando alla narrazione il ritmo del cuore di un quindicenne, fornendo al lettore il giusto pathos e la giusta dose di adrenalina.
Che sia il gorilla, Milano o Firenze lo stile è quello da maestro a cui ci ha da sempre abituato Sandrone Dazieri.