Credo di parlare a nome di buona pare di MilanoNera scrivendo che Meridiano Zero è uno dei nostri editori preferiti in assoluto. Ci ha da sempre abituato a capolavori della letteratura noir e finalmente – e con un po’ di stupore – è stato inserito un autore italiano a contribuire egregiamente alla qualità della sua ricca collana.
Gli ingredienti del genere ci sono tutti e sapientemente dosati, con uno stile allucinato e una scrittura veloce, sincopata, acida e jazzata, che pesa le parole con una precisione tale da non servire altro, perché le frasi ti entrano dentro come un proiettile senza diritto di replica per poi abbandonarti tramortito, con un ferita che ti lascerà una cicatrice per molto tempo.
C’è Napoli e il suo porto, anche se la città non esiste, è un luogo senza sapore né paesaggio, un posto qualsiasi senza nome. E un bel po’ di droga, una vendetta e un omicidio di troppo.
“Mi faccio una prima doccia alle 7.22 e tiro una seconda striscia di coca. Prendo il caffè e mi accendo una Gauloise alle 7.35, mi faccio una seconda doccia e sono indeciso se tirare o no una terza striscia, poi ci ripenso, mi vesto e ingoio un Valium con un sorso di rhum.”.
Il protagonista è un poliziotto, tossico e corrotto, che alterna droghe pesanti al sesso occasionale: e in mezzo qualche morto. E’ uomo crudele, spietato, che si è venduto e non ha più nessun codice d’onore o forma di umanità, che non esita a uccidere e a commettere le azioni più spregevoli per continuare a sopportare la sua vita. Detective dai metodi scorretti che ricorre all’analista, perennemente ubriaco e imbottito di ansiolitici, assassino a piede libero dalla parte della legge, è in realtà anche uno scrittore di successo, un marito nonché uomo di partito, con un bel problema da risolvere e solo ventiquattr’ore per sistemare tutto.
Qualcuno a Napoli sta infatti cercando di incastrarlo e di toglierselo di torno perché ha chiaramente scoperto certe collusioni tra vari corpi dello Stato per il controllo del potere. Qualche doppiogiochista, corrotto a sua volta, perché nel libro il confine tra bene e male è andato in frantumi, non c’è più solo chi uccide e chi caccia i criminali, non c’è bianco o nero, non c’è una parte giusta o sbagliata. Il male è un virus, o la regola, che si diffonde nelle vie respiratorie e ti arriva al cervello per generarti un caos dentro e renderti un uomo implacabile, senza un codice d’onore, un traditore, l’esatta negazione di quello che gli altri pensano di te. Come il nero con gli altri colori, del resto. (gabriele lunati)
Angelo Petrella – Cane rabbioso – Merdiano Zero GIUDIZIO: