La mossa dell’assassino – Angela Marsons



Angela Marsons
La mossa dell’assassino
Newton Compton
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In quest’ultimo romanzo di Angela Marsons, le inchieste si dividono in due. Nella prima Kim Stone viene chiamata sul luogo dell’omicidio di Belinda Evans, una professoressa di psicologia in pensione. La donna è stata uccisa e legata a un’altalena con il filo spinato. Inoltre ha una X incisa sulla base posteriore del collo. 

Ben presto vengono ritrovati altri due cadaveri con le stesse condizioni: la presenza di un gioco e la X incisa sul collo. Kim capisce subito che si tratta di un serial killer, e cerca di avere più informazioni possibili da Veronica, la sorella di Belinda.

Questa però si schermisce, quasi a voler nascondere un oscuro mistero nel passato delle due sorelle. Kim continua a indagare con la sua squadra e scopre che le tre vittime hanno una particolarità in comune: tutti e tre erano coinvolti in tornei per bambini iperdotati. Inoltre tutti e tre si stavano preparando per andare alla riunione annuale dove si sarebbero svolti vari giochi d’abilità matematica e altri simili. 

L’altra indagine invece è affidata a Penn, che è ritornato per alcuni giorni nella squadra a cui apparteneva prima, per testimoniare contro un imputato che lui stesso ha fatto arrestare. L’autrice è molto brava nel tratteggiare la psicologia di Penn, che, sebbene ormai faccia pianta stabile nella squadra di Kim Stone, sperava di trovare più affiatamento con i suoi due vecchi colleghi. Fra l’altro durante il processo un testimone viene ucciso, così Penn comincia a pensare di non aver arrestato la persona giusta. Questo provoca in lui un grande senso di colpa, tanto che ricomincia da capo l’indagine del caso. 

Per Kim fare a meno di Penn in un caso così complicato è molto difficile, ma il suo capo le manda un rinforzo, che lei subito battezza Trilly, per la sua allegria costante.

La squadra di Kim si trova quindi a indagare su centinaia di bambini, ormai diventati adulti, per scoprire chi di loro si è trasformato in un serial killer.

Angela Marsons è davvero bravissima perché ci fa vedere le costrizioni e le torture psicologiche a cui erano sottoposti i cosiddetti bambini prodigio da parte dei loro genitori. Ma, nello stesso tempo, ci fa capire quanto soffrissero i fratelli e le sorelle normodotati, quasi dimenticati dai loro genitori a favore del genio della famiglia. Certe pagine fanno accapponare la pelle, e non si riesce a credere che proprio i genitori siano i peggiori carnefici dei loro stessi figli. La ricerca del colpevole è molto difficoltosa ma Kim Stone, lo sappiamo bene, non sbaglia un colpo. E anche Penn verrà a capo della sua indagine con uno sconvolgente colpo di scena.

Raffaella Bianchi

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