Letture di primavera: Romagnolo, Simoni, Carrisi, Revels, De Palo, D’Orta (prima parte)

Vi proponiamo oggi la prima parte di una serie di letture di primavera scelte e commentate da Adele Marini

Primavera uguale lunghi weekend fuori città. A poltrire su un’amaca, a rosolare su una spiaggia, a scarpinare in montagna. Non importa dove. Quello che conta è partire ben forniti di libri. Perché i libri sono fantasia, gusto, informazione, cultura, amore, felicità, avventura e molto altro ancora. Ma poiché la scelta dei titoli sugli scaffali delle librerie è infinita, possono essere d’aiuto queste mini guide che riportano gli incipit delle pubblicazioni recenti a nostro giudizio meritevoli di attenzione e ne sintetizzano in poche righe le trame, i contenuti e i giudizi.

La masnà di Raffaella Romagnolo, Piemme, pagg. 334, € 16,50
Il mercoledì pomeriggio in cui Luciana disse che non avrebbe mai più messo piede nella casa dei Francesi era appena cominciato l’inverno.

1935. Emma possiede come unica ricchezza una gran massa di capelli rossi. Ma è giovane e robusta e i Francesi, famiglia patriarcale del Monferrato che ha tanta terra e poche braccia per lavorarla, l’hanno voluta come sposa per il figlio zoppo. Quei capelli così vistosi, che dovrà sacrificare, saranno la prima delle rinunce di cui sarà costellata la sua vita. Sua figlia Luciana non avrà un destino migliore. Solo la figlia di lei, Anna, nata alla fine degli anni ’70, riuscirà a studiare e con l’istruzione spezzerà la catena di sottomissione ai maschi. Bellissima saga al femminile che fa rivivere le langhe di Beppe Fenoglio.

Un mattino di ottobre di Gianni Simoni, TEA, pagg. 296, € 12
Annunciata dalle previsioni delle ultime ore, l’alta pressione era finalmente arrivata estendendosi a tutto il paese che, battuto da una serie di piovaschi, era a mollo da una ventina di giorni.

Siamo a Brescia, in un piovoso mattino di ottobre. Due veicoli arrivano insieme a un incrocio. Un cellulare squilla in uno dei due. Il conducente si distrae e salta lo stop. Frenata, carambola sull’asfalto bagnato e Giulia, quattro anni, viene falciata. Un incidente sfociato in tragedia che dà il via a una serie di omicidi collegati alle due famiglie: quella dell’investitore e quella della vittima, un tempo amiche. Indaga il commissario Miceli che si avvale dell’aiuto di Petri, ex magistrato nel quale si intravede lo stesso autore Gianni Simoni, anche lui ex magistrato di grande spessore. Un’indagine da brivido venata di malinconia

Il tribunale delle anime di Donato Carrisi, Longanesi, pagg. 462, €18,60
Il cadavere aprì gli occhi. Era disteso in un letto, supino. La stanza era bianca, illuminata dalla luce del giorno. Sul muro, proprio davanti a lui, c’era un crocefisso di legno.

Scompare Lara, una studentessa che vive in un antico palazzo nel cuore di Roma. Marcus e Clemente, due strani detective, vengono incaricati di ritrovarla da personaggi altolocati che non vogliono apparire. Muovendosi fra le pieghe delle indagini ufficiali, incrociano i passi con quelli di Sandra, fotorilevatrice della Scientifica il cui lavoro è fotografare le scene del crimine e scovare indizi nascosti. Dettagli fuori posto. Quando Sandra e Marcus e si incontrano viene allo scoperto un mondo segreto e crudele e terribile, nascosto nelle pieghe oscure di Roma. Un mondo perfetto e malvagio che custodisce un segreto di morte.

Sherlock Holmes e i tesori di Londra di Tracy Revels, Gargoyle, pagg. 166, €14. Traduzione di Elena Cecchini
La storia che sto per narrare non deve essere mai raccontata. Se state leggendo queste parole in un tempo e in un luogo lontani dai miei, anni e chilometri distanti dalla tranquilla vita di una casa inglese di fine Ottocento, allora senza dubbio mi prenderete per pazzo.

Londra, fine Ottocento. Scompaiono alcuni tesori di inestimabile valore storico e artistico fra cui i Corvi della Corona, la Pietra di Londra, il Cuore di San Giorgio, mentre dal cimitero di Highgate vengono trafugati diversi cadaveri fra cui quello di una donna creola. A chi mai la regina Vittoria potrebbe affidare l’indagine su due fatti che sembrerebbero collegati? Naturalmente al padre di tutti i detective: a Sherlock Holmes che insieme con l’amico Watson inizia a muoversi fra personaggi bizzarri e misteriosi, alla ricerca non solo dei tesori trafugati ma anche di se stesso. Un pregevole tuffo nel passato.

Il ritratto di Venere di Riccardo De Palo, Cavallo di Ferro, pagg. 329, € 18
“Caro Juan, quando riceverai questa lettera, forse sarò già morto. O forse la voce del volgo, che viaggia più veloce delle parole dei signori e dei sovrani, ti avrà già raggiunto nella tua casa romana. Vorrei poter sperare nella prontezza di questa pergamena sigillata frettolosamente con la ceralacca…”

Velázquez in punto di morte scrive all’amico Juan de Cordoba ricordando gli episodi salienti della propria esistenza: gli anni alla bottega del maestro Pacheco, le nozze con Juana, i primi lavori da allievo dotato e poi il suo ingresso alla corte di Filippo IV di Spagna. Quello in cui vive, il 1600, è il “siglo de oro” dell’arte e della letteratura spagnola e il pittore, entrato in contatto con i geni del suo tempo, vuole fissare sulla carta ogni episodio, ogni incontro. E svelare al mondo il segreto del suo capolavoro: il “Ritratto di Venere”. I fatti narrati sono tutti tratti da fonti storiche.

All’apparir del vero di Marcello D’Orta, Piemme, pagg. 167, €14

L’uomo che lascia vico Pero, sulla strada di Capodimonte, e attraversa una via Toledo spettrale, per portarsi a Santa Lucia, e infine sul lungomare, a prima vista sembra un mendicante.

Ci sono tanti enigmi che circondano la morte di Leopardi: il mistero della conversione al cristianesimo negli ultimi giorni della malattia, le vere cause del decesso, il giallo delle esequie e della tomba.Il poeta morì a 39 anni, in un periodo in cui il colera stava devastando la città di Napoli. Il referto medico parlò in realtà di pericardite acuta. Grazie ad Antonio Ranieri, che fece interessare della questione il ministro di Polizia, le sue spoglie – questa la versione ufficiale – non[…] Ci sono tanti misteri attorno alla morte di Leopardi. Anzitutto la vera causa del decesso. Poi le esequie e la tomba. Infine, la conversione. Il poeta è morto a 39 anni a Napoli, proprio mentre infuriava il colera, eppure il referto medico attribuisce il decesso a ‘pericardite acuta’. Corrisponde alla verità oppure fu un espediente per impedire che le spoglie del conte finissero in una fossa comune per essere distrutte con la calce, come prescrivevano le autorità sanitarie per contrastare l’epidemia? La versione accreditata presenta molte incongruenze. Marcello D’Orta confuta dati e documenti e apre una nuova, affascinante prospettiva.

Iscriviti alla newsletter di MilanoNera: http://milanonera.voxmail.it/user/register

adele marini

Potrebbero interessarti anche...