Andrea Carlo Cappi editore di Alacran

Andrea Carlo Cappi oltre che scrittore anche fondatore ed editore della casa editrice Alacran.

Chi il lettore tipo di noir e gialli in Italia? Ha un profilo particolare?
Non saprei definire un tipo particolare, perch (e ho scritto tutto un libro in proposito, “Elementi di tenebra“) esistono molti tipi di giallo e noir e ci sono lettori che amano un solo sottogenere o pi di uno. Non vedo una lettrice innamorata di Agatha Christie che affronta a cuor leggero “Protesi” di Andreu Martin…
Io sono uno dei pi onnivori e le scelte della casa editrice in materia di mystery spesso riflettono i miei gusti, oltre che quelli del mio socio: ho frequentato il giallo classico anche se non ne ho ancora pubblicati, sono un amante del noir cos come del thriller politico, dello spionaggio e dell’avventura… Ci sono anche romanzi che partono dal noir per prendere altre vie: di solito trovano collocazione nella nostra collana di narrativa varia, anzich in quella dedicata al giallo. Poi c’ anche un pubblico meno esigente, costituito da non-lettori-abituali di genere, quello per intenderci che non ha mai letto neppure un albo di Martin Myystre e pu anche credere che “Il codice Da Vinci” non sia la brutta copia di libri precedenti. Ma purtroppo per loro non credo che comprino i nostri libri.

Il libro che ti piacerebbe aver pubblicato, quello che ti sei pentito di aver pubblicato, e quello che hai pubblicato e che ha venduto di pi
Mi piacerebbe avere pubblicato, pi che un libro, diversi autori sui quali non ho fatto in tempo a mettere le mani, come Jim Thompson o David Goodis, per fare solo un esempio; d’altra parte non possiamo permetterci di pubblicare centiniaia di libri l’anno mantenendo gli stessi standard di traduzione e cura editoriale, mi devo rassegnare. Per la cronaca, io “Il codice Da Vinci” lo boccerei lo stesso, anche se dovessi tornare indietro nel tempo.
Pentimenti nessuno, anche se non tuti i libri hanno ancora avuto il successo che meritavano, di ognuno siamo tuttora convinti, altrimenti non lo avremmo pubblicato. Dal momento che i nostri libri non vanno al macero dopo tre mesi e rimangono sempre disponibili e ordinabili (quando i librai dicono il contrario, stanno mentendo, basta che li chiedano al nostro distributore e arrivano al pi tardi in una-due settimane!); quindi c’ sempre tempo perch qualcuno li scopra. I tre libri di maggior successo da Alacran sono finora, nell’ordine: “Diabolik-La lunga notte“, un mio romanzo originale basato sul celebre personagigo dei fumetti (riedizione riveduta e arricchita di illustrazioni di un libro che avevo gi pubblicato da Sonzogno e di cui abbiamo ripreso i diritti); “Thrilling Cities” di Ian Fleming, che non un thriller ma un libro di racconti di viaggio (anche se contiene un racconto introvabile con 007); e “James Bond 007-Obiettivo Decada“, secondo episodio della saga dedicata a 007 da Raymond Benson.

Chi il pubblico che va ad assistere alle presentazioni letterarie (a parte gli scrittori in cerca di editore e gli amici intimi dell’autore)?
Pochissimi altri: qualche fan di un certo autore o genere, oppure “addetti ai lavori”… A meno di capitare in un ambiente o festival che sia abitualmente frequentato da appassionati della lettura che si fidano delle scelte dei libri presentati in quel contesto.

Meglio duecento persone ad una presentazione di un vostro libro o un articolo di una pagina nella sezione cultura di un grande quotidiano nazionale?
Ovviamente l’articolo, che pu anche far s che poi le duecento persone vengano alla presentazione.

Essere editori in Italia oggi: vocazione, inconscienza o business?
Quando abbiamo annunciato la nascita di Alacran Edizioni, molti ci hanno detto che eravamo “coraggiosi” (traduzione: “incoscienti”). Di “business” non c’ da parlare, dal momento che non pubblichiamo libri di cabarettisti o megathriller da mezzo milione di dollari di anticipo, che richiedono case editrici in grado di imporli con la forza sul mercato. Resta la vocazione, Io e il mio socio abbiamo fatto un po’ di tutto nel mondo editoriale, abbiamo imparato molte cose e abbiamo aperto questa casa editrice per pubblicare i libri che altri avevano ingiustamente trascurato.

E’ vero che in Italia ci sono pi scrittori che lettori? Che percentuale leggete dei manoscritti che vi arrivano in casa editrice e quanti poi ne pubblicate?
A giudicare dalla qualit della maggior parte dei dattiloscritti, vero che la maggior parte degli italiani legge poco e, se legge, non capisce. Limitandoci al giallo e al noir, molti pensano che basti copiare alcuni stereotipi visti in televisione per scrivere un libro degno di essere pubblicato. Non cos, almeno da Alacran. Tutti i manoscritti che ci arrivano vengono pazientemente esaminati. Di questi per solo una minima parte accede a una prima lettura completa (quelli scritti veramente male e in italiano sgrammaticato vengono cassati dopo le prime pagine). Ancora meno sono quelli che arrivano a una seconda e talvolta a una terza lettura. Quelli che sopravvivono sono pochissimi e va detto che nessuno degli esordienti da noi scoperti – finora- scrive gialli, o almeno non nel senso tradizionale del termine.

Un buon consiglio per gli scrittori gi pubblicati ed uno per gli esordienti
Per gli uni e per gli altri… non montarsi la testa. Bisogna sempre essere severi nei propri confronti, ricordando che l’obiettivo scrivere un libro per i lettori, non per il proprio compiacimento. Per chi vuole dedicarsi alla narrativa di intrattenimento, un consiglio supplementare: se vero che i maggiori bestseller sono frutto di operazioni commerciali che richiedono mezzi e contatti che pochi editori possono permettersi, anche vero che i professionisti pi seri e consolidati non hanno mai la presunzione di avere scritto un libro perfetto alla prima stesura: limano e riscrivono fino a quando non sono convinti di avere fatto realmente del loro meglio. (paolo roversi)

paolo roversi

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